Intervista di Francesco Di Costanzo per ADNKronos: Attacchi informatici +53%. Serve più tutela per imprese, PA e cittadini.

23 Feb 2023

Condividi

Dopo l’ultimo attacco hacker all’Italia, si torna a parlare di sicurezza informatica. Qual è la situazione e i settori più colpiti?

Gli attacchi alla sicurezza informatica sono sempre di più, in aumento rispetto agli anni passati. Parliamo di un argomento di stretta attualità, che dovrebbe essere prioritario da anni, non soltanto nel momento in cui si palesano le difficoltà di un sistema tutt’altro che impenetrabile. 

Che la cybersecurity sia un tema centrale lo si evince anche dall’ultimo rapporto Clusit che rileva i dati  a livello globale relativi agli incidenti informatici negli ultimi cinque anni. Nei primi sei mesi del 2022 abbiamo assistito ad un aumento dell’8,4% dei casi e a una media di 190 attacchi ogni trenta giorni. Se confrontati con il primo semestre 2018, questi sono aumentati del 53%. 

Il quadro degli obiettivi sensibili è estremamente variegato: multiservizi (+108,3%), telecomunicazioni (+77,8%; finanza/assicurazioni (+76,7%), news/multimedia (+50%; manifatturiero (+34%), seguiti da energia e utenze (+5,3%) e sanitario (+2,2%).

Quale la possibile risposta per il comparto pubblico?

La sicurezza informatica non può più essere considerata un problema soltanto degli addetti ai lavori. L’unico modo per agire di fronte a questi attacchi hacker è quello di considerare gli interventi in questo campo, ma direi sul digitale in generale, una priorità. Oggi, attraverso i mezzi informatici, si è in grado di bloccare i servizi essenziali della Pubblica Amministrazione e di congelare, nel vero senso della parola, le infrastrutture del Paese. 

Occorre inserire una previsione sulla cybersecurity in tutti i bandi pubblici e sfruttare le opportunità concesse dal PNRR, per far diventare l’Italia all’avanguardia nella messa in sicurezza preventiva. Parliamo di una sfida difficile ma da vincere, in un settore in aggiornamento costante dal punto di vista tecnologico, professionale e delle infrastrutture.

Cosa serve al Paese per una maggiore sicurezza informatica?

In Italia il percorso è avviato, ma serve fare di più, attraverso una velocizzazione del lavoro di digitalizzazione del settore pubblico e l’ingresso di nuove professionalità. Il nostro Paese necessita, in tempi stretti, di un grande piano di cultura digitale che coinvolga tutti i livelli: la Pubblica Amministrazione, le imprese e il cittadino. Tante le priorità: cultura, educazione, competenze, riconoscimento professionalità, crescita dei servizi semplici, sicuri, alla portata di tutti. Le politiche digitali in tutti i settori sono una priorità, rendiamole la normalità, rendiamo il digitale popolare.
Non si può più attendere.