14 Ott 2022
La protezione dei dati personali è un tema di interesse globale, e globali devono essere le iniziative per la tutela degli utenti, ovunque essi si trovino. Con l’obiettivo di garantire la privacy, riveste un’enorme importanza l’Executive Order sul trasferimento dei dati tra Unione Europea e Stati Uniti emanato dal presidente Usa Biden.
Si tratta di un passaggio decisivo per la definizione di un nuovo framework normativo in materia di trasferimento dei dati tra Europa e Stati Uniti dopo che il precedente accordo, il cosiddetto ‘Privacy Shield’ è stato ritenuto illegittimo dalla Corte di Giustizia Europea. L’Executive Order introduce nuove misure di protezione per i dati dei cittadini europei che transitano oltreoceano, limitando i poteri di sorveglianza dei servizi di intelligence americani e istituendo un nuovo meccanismo di ricorso. Le agenzie di intelligence USA, dunque, dovranno rivedere i loro processi e policy per ottemperare ai nuovi obblighi e offrire garanzie di protezione adeguate. Il prossimo passo spetta ora alla Commissione Europea che dovrà ora adottare l’Ordine dopo aver ottenuto il parere favorevole del Board dei Garanti Europei (EDPB) e dei rappresentanti degli Stati Membri.
«L’atto del governo americano è un fondamentale passo in avanti – spiega Francesco Di Costanzo, presidente Fondazione Italia digitale – per garantire la continuazione dei flussi dei dati e un’adeguata protezione della privacy dei cittadini su entrambe le sponde dell’Oceano. L’Ordine offre protezioni solide per rispondere alle istanze sollevate dalla Corte di Giustizia Europea riguardo ai poteri di sorveglianza statunitensi. Anche la Commissione Europea è convinta della solidità della proposta e ritiene che supererà il vaglio della Corte di Giustizia Europea. Ci auguriamo che la Commissione Europea adotti al più presto il provvedimento, essenziale per garantire certezza normativa e quindi continuità per le operazioni delle aziende che lavorano tra Europa e Stati Uniti. Per quanto riguarda l’Italia – conclude Di Costanzo – auspichiamo che il nuovo Governo proseguirà il lavoro fin qui svolto e supporterà il processo di adeguamento della Commissione Europea»